SCARPE ROSSE
SCARPE ROSSE IN MALI – un percorso verso la consapevolezza del proprio valore
DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA
La comunità delle Suore Operaie è presente in Mali dal 2014, composta da cinque suore, si è stabilita nel Villaggio Can, un quartiere della città di Sévaré, vicino alla regione Mopti.
Negli ultimi anni sono aumentati gli arrivi a Sévaré di ragazzine, per la maggioranza tra i 12 e i 17 anni, provenienti dai villaggi in cerca di lavoro, per guadagnarsi il pane e per aiutare le loro famiglie. Per assicurarsi il necessario per il loro futuro, svolgono la mansione di “aides-ménagères” (servette) nelle famiglie più agiate della città. Molte lavorano 14-15 ore al giorno, e poche hanno una giornata di riposo settimanale.
Queste ragazze conoscono solo il dialetto del loro villaggio e non la lingua parlata in città, il “bambara”, e la loro inesperienza le porta ad affrontare maternità e/o matrimoni precoci, violenza domestica e sfruttamento.
Per questo motivo nell’ultimo anno abbiamo intensificato i nostri sforzi per realizzare una casa di accoglienza per 30 ragazze, un ambiente capace di offrire loro, in modo più sistematico e adatto ai loro bisogni, una formazione umana, promuovendo la consapevolezza della loro dignità di donne; una formazione igienico sanitaria, professionale con corsi di cucina e corsi di alfabetizzazione e della lingua parlata in città.
I nostri obiettivi principali sono tre:
a) giornate mensili di formazione
Grazie alla collaborazione e al sostegno del Governatore di Mopti e del Sindaco di Sévaré, abbiamo ottenuto che i datori di lavoro concedano alle loro aides-ménagères una domenica al mese da trascorrere presso la comunità delle suore per una giornata di formazione igienico-sanitaria, sulle malattie sessualmente trasmissibili, malattie infantili e altre varie malattie (come la malaria e il Covid-19); alfabetizzazione e momenti di ascolto delle ragazze. Generalmente sono presenti dalle 80 alle 100 ragazze.
Per migliorare queste giornate ci siamo anche posti come obiettivo quello di attrezzare l’esterno della casa con una tettoia, sotto la quale sistemare uno spazio per la cottura dei cibi e due vasche, collegate all’impianto dell’acqua già esistente, una per il lavaggio delle stoviglie e una per il lavaggio degli indumenti; realizzare un servizio igienico esterno e uno spazio per stendere il bucato; e installare un grande gazebo di 4×8 metri per lo svolgimento dei corsi.
b) attività per le ragazze stanziali della casa di accoglienza
Per le 30 ragazze ospiti nella casa di accoglienza, che non dimorano presso i datori di lavoro, organizziamo corsi serali di alfabetizzazione, di calcolo, di diritti umani, corsi di cucina e di preparazione di bevande legate alla loro cultura nel tentativo di offrire loro la possibilità di iniziare un’attività in proprio, auspicando una vita futura più dignitosa.
Necessitiamo ancora di due armadi di ferro per contenere i materiali necessari allo svolgimento delle attività e di un impianto elettrico per garantire l’illuminazione nelle sale dei corsi.
c) scuola materna
Sette delle ragazze ospiti hanno figli dai 3 ai 5 anni. Mentre le madri lavorano vorremmo iscrivere questi bimbi alla scuola privata presente nel villaggio di Can, affinché possano iniziare già in tenera età il cammino dell’apprendimento per favorire lo sviluppo della personalità e godere del diritto inalienabile dell’istruzione.
La casa della comunità è aperta e pronta per accogliere 30 ragazze con:
- due camere-dormitorio con relativi servizi e una cameretta per l’assistente;
- un serbatoio d’acqua, dotato di una pompa alimentata con pannelli solari
- un appezzamento di terreno coltivato per garantire un minimo di sostentamento alimentare alle suore, alle mamme e ai bambini che dimorano nella casa.
Come volontari continuiamo con iniziative di raccolte fondi per il mantenimento della struttura e anche il governatore, il Sindaco, la Minusma e la Responsabile regionale della promozione femminile ci sono vicini nel promuovere l’operato delle suore.